mercoledì 12 febbraio 2014

L O S T

Salve ragazzi,
solo ora mi chiedo come ho potuto vivere tutti questi anni senza la dipendenza dalle serie tv.
Una lunga convalescenza, nulla di grave, mi ha portato a rifornire la mia stanzetta da tardona trentenne pseudo-hippy di dvd. Tra questi c'è la grande serie tv LOST. Una serie fantastica, perchè è drammatica e piena di colpi di scena, di paura e di mistero. La serie è la storia dei sopravvissuti ad un disastro aereo su un' isola deserta. Gli episodi si sviluppano tra ciò che succede sulla spiaggia ed al contempo le continue digressioni sulle vite dei singoli personaggi prima del disastro aereo e di ciò che li ha portati a salire su quell' aereo. E' l' isola dei miracoli e delle cose improbabili. Che noia, tutti su una spiaggia e con una foresta ad accendere fuochi. Invece no! Saltano fuori bunker a go go dove invece è nascosta un' architettura moderna dove ci si può lavare i denti con lo spazzolino e fare una bella doccia. Ma poi mica sono gli unici sopravvissuti...:)
 Beh da Lost mi è venuta un po' la fissa delle serie. Avevo già guardato un po' di puntate del serial killer che uccide i serial killer ovvero Dexter che vi consiglio. E poi vi linco questo elenco di migliori serie tv spingendovi anche a cercare quelle migliori perchè davvero vi salvano il pomeriggio a casa a far niente. Se ne avete fatto a meno fino ad ora, beh potete sempre recuperare. Io non le viste ancora ma mi hanno detto che sono molto belle The walking dead (se vi piacciono gli zombie) e Breking bad.
Ed allora buona ricerca e visione. Ecco il link:

http://www.movieplayer.it/serietv/classifica/

lunedì 2 dicembre 2013

I LOVE SUSHI




  Un giorno vado a mangiare sushi insieme ad una collega ed assaggio una zuppa di spaghetti di soia, tofu e gamberi. Beh allora mi dico: "che cavolo è questa roba galleggiante in questo brodo insulso, beh se questo è il sushi che chiudano tutti i ristoranti giapponesi!".Insomma, al diavolo il sushi, le bacchette, il riso e tutto il pesce crudo. Poi a distanza di due anni il mio amico George mi invita da "Hachi" al Vomero per una serata "all you can eat". Una formula devastante, perchè mangi una cifra e poi assaggi tante varietà di sushi tanto che alla fine riesci pure a trovare qualcosa che ti piace. Di solito la formula "all you can eat" prevede quantità illimitate escluse bibite e dolci. Devastante nel senso buono. Devo dire che da quella sera trascorsa all' Hachi, decido che il sushi è la mia cucina preferita ed inizio ad assaporare spesso questo cibo. Il sushi precisamente è rappresentato da quei pezzettini di riso con fettine di pesce crudo appoggiate sopra, poi c'è il sushimi che è solo pezzi di pesce crudo, i rolls ovvero rotoli di alghe nere con riso e pesce crudo o fritto e arrotolato. Queste, secondo me, sono le pietanze che chiunque mangia giappo per la prima volta dovrebbe assaggiare. A Napoli ci sono parecchi sushi-restaurant che meritano e che al prezzo di 15/20 euro ti fanno mangiare a più non posso. Ma bisogna stare attenti, perchè molti ti fanno pagare un euro per ogni pezzo lasciato nel piatto. Vorrei conoscere a chi è capitato, a me mai! Allora c'è l' Hachi al Vomero che davvero merita in particolare i samurai rolls, i noodles e il sushi sono una delizia. C'è Wasabi Go al Vomero che ho sperimentato con groupon e pure non c'è male ma lì le pietanze sono contate e la tempura(frittura di pesce e verdure) è il pezzo forte. Poi c'è il Marshall che secondo me è il migliore a riviera di Chiaia, ambiente soft, molto grande e suggestivo. Lì mi è piaciuto l' onogiri ovvero la palla di riso tostata con dentro pesce. Kukai a via Nardones fa dei rolls che sono davvero ottimi ma anche se è quello più famoso si può trovare di meglio. Nero a via caracciolo è bello per il posto e lì per la prima volta ho assaggiato i coni di riso, tutto buono ma molto lo fa la posizione che non ha rivali. Ed infine siamo stati all' Yao a via Posillipo. Quest' ultimo ha sia il menù pizza che quello sushi. Parliamoci anzi scriviamoci chiaro, quanti di noi sperimentano il suhi in compagnia e c'è sempre quello che si intossica mentre tu mangi a sbafo! Beh l' Yao può essere una soluzione. Io mangio sempre a più non posso e devo dire di questa cucina mi piacciono i colori e la fantasia con cui compongono le pietanze, adoro la salsa di soia e trovo divertente mangiare con le bacchette. Insomma, per una sera rinunciate al soutè per un buon sakè!!!!!!


martedì 24 luglio 2012

10 rum 10 pere: La Puglia dei Pizzi

10 rum 10 pere: La Puglia dei Pizzi: E così andai. Partii per questo ennesimo viaggio. Questa volta il vento mi trascinò verso la Puglia. Base a Taviano, la città dei fiori . Ma...

lunedì 23 luglio 2012

La Puglia dei Pizzi

E così andai. Partii per questo ennesimo viaggio. Questa volta il vento mi trascinò verso la Puglia. Base a Taviano, la città dei fiori. Ma di quel Comune in provincia di Lecce mi affascinava il cimitero, era bello. Perchè era bello? Beh, perchè non sembrava un cimitero. E poi mi piaceva tanto andare a mangiare a Casa du Martinu, quanto erano buone quelle pittule col vin dolce. Mangiavo con Marck in quel giardino, la cameriera voleva accenderci la candela ma si spegneva continuamente, "forse un brutto presagio" ci dicevamo sorridendo. E i gatti che ci ronzavano intorno. Tutto sembrava fatato. Di giorno ci spostavamo, andavamo sempre verso sud. Forse perchè scendere sembra meno faticoso che salire anche in auto. Ed ascoltavamo "black tarantella", il paesaggio sembrava un fermo immagine, era sempre lo stesso, pianeggiante, arido. Appena arrivammo a Taviano incontrammo i propretari della casa. Due piccirilli fidanzati che si atteggiavano come se avessero più anni della loro età. Lui bruno, basso e peloso, aveva da poco iniziato ad esercitare la professione di avvocato a Lecce e lei graziosa studiava sempre a Lecce. Erano tornati dalla città nel loro paese per noi, per darci le chiavi di casa, erano vestiti tutti pinti e lindi. Avevano questa casetta a Taviano, all' interno di una corte. Sì, lì mi colpirono molto queste corti dove la sera si riunivano vecchi e giovani con le sedie, a volte anche gruppi di venti persone tra parenti e vicinato. E così trascorrevano le serate spensierati, a ridere e a scherzare. Ogni volta che io e Marck uscivamo di casa per andare a mare o rientravamo per ritirarci, incontravamo giù alla corte queste vecchiette, loro ci parlavano ma noi a volte facevamo finta di capirle. La costa dei pizzi mi sembrava la Puglia. Punta Suina, Punta Prosciutto, Punta Pizzo. Santa Maria Di Leuca la visione più bella, la piccola Capri, con quelle terrazzine di lettini strutturati sulla scogliera ed il faro, quanto avrei desiderato salirci di sera. Ed io che pensavo che le Maldive fossero lontano. Le Maldive sono anche in Puglia, a Torre Pali.Che bel ricordo la pagoda di Punta Pizzo e lo scoglione di Punta Suina. Otranto di notte col castello ed il porto, una cartolina. Gallipoli è movimentata solo ad agosto ed i lettini non lasciano spazio alla privacy. Splendida la cucina di Vini Divini a Cutofiano. Ed infine non puoi non trascorrere una serata ed una mattinata nel centro storico di Lecce. Tornai soddisfatta
dal mio viaggio. Avevo scoperto un po' di questa terra ma sapevo che mi mancava ancora molto.

sabato 10 dicembre 2011

"Solo concert" di Mehldau al teatro Bellini



Una strana calda sera d' inverno, è novembre. Lui entra con i suoi mocassini verde mela scamosciati, la camicia a quadrettini con la balza da fuori, si siede ed inizia il suo show.
E' lui, è Mehldau.

In città è la sera in cui gioca il Napoli. Fantastico per due amiche che vanno a sentire un assolo jazz, per le strade della city non c'è traffico, il parcheggio si trova vicino al Bellini. C' è tanta gente in fila per il biglietto per vedere lo statunitense Brad nella sua unica data italiana.

E' presto, mangiamo bruschette e beviamo vino bianco al bar delle Belle Arti. Fumiamo una sigaretta di drum e di corsa a teatro, ad occupare i nostri posti nel palchetto. Ci guardiamo intorno, osserviamo lo spettatore medio del jazzista, c' è uno che sembra il sosia di Caparezza ed un altro di Bob Marley. Nei bagni parliamo con una ragazza che non conosce il famoso pianista e a cui hanno regalato il biglietto del concerto per il compleanno.


Mehldau entra con classe e semplicità, un cerchio di luce lo illumina, si siede inizia subito a tastare il piano veloce, poi velocissimo, quasi come la luce. Attendiamo che inizi ad appoggiare estasiato la sua guancia sulla spalla, il suo segno distintivo e da subito ci sentiamo quasi illuminate in un viaggio sonoro. Tre ore e mezza di emozioni, belle e brutte a tratti strazianti.

Un mondo introspettivo quella della musica di Mehldau, è lui con il suo piano, a volte si abbracciano ed a volte combattono, ma lui vince sempre. Quasi metafora neoclassica dell'uomo al centro del mondo che tutto può. Un concerto che mette al bando la noia e fa spazio a i pensieri più nascosti, lontani, proibiti. Una boccata d'aria pulita per le nostre orecchie. E così è che ci allieta e ci alliena dalla routine con All the things you are e Music exit.

Il pianista è famoso per i suoi pezzi classici di jazz ma soprattutto per rifacimenti di canzoni pop e rock di artisti noti contemporanei, come i Radiohead. Ciò fa sì che il suo pubblico sia trasversale e che il grande Mehldau non sia soltanto per pochi adepti ma per un pubblico più vasto. Il prezzo del biglietto nei palchi di dodici euro, prezzo più che abbordabile per un jazzista paraganato a Jarrett e che si ispira Bill Evans. Un pianista Mehldau ritenuto una delle voci più poetiche del jazz contemporaneo.

domenica 18 settembre 2011

Il cammino di Santamina


Un cappello di paglia, la coda laterale, la mia Malboro Light tra le dita ed un sorriso alla vita! Così inizia il mio viaggio in cote d' azul, la costa a sud della Francia, meta molto ambita del jet set internazionale.

Un atterraggio da Dio a Nizza, l'aeroporto a fior d'acqua col mare, quasi come se galleggiasse. E poi quei mini aeri privati che sostano nell'area di atterraggio di chissà quali rampolli stra- milionari. Non siamo nemmeno atterrate e già ne annusiamo lo sfarzo!
Durante il viaggio scopriamo che c'è un aereo diretto Napoli -Nizza fatto apposta per chi va a giocare al casinò di Montecarlo.

Atterrate, subito cerchiamo di prendere un taxi (tra l'altro solo di gran lusso) ma ci rendiamo conto che non sono molto simpatici i tassisti, non vogliono sbilanciarsi sulle tariffe ed allora riversiamo sul bus che a solo un euro ci porta a Nice, in Promenade des Angles, la fantastica baia degli angeli.

Arriviamo a Nizza di notte, un viaggio molto comodo. Il tempo di arrivare in albergo, sistemare le valige e subito usciamo per andare a mangiare un boccone. La promenade ovvero il lungo mare di spiaggia lungo sei chilometri, fatto di sassi ,che caratterizza Nizza è bellissima e suggestiva. Le sedie blu che sostituiscono le panchine sono davvero un bel appoggio per sedersi e meditare guardando il Mediterraneo.

La mattina dopo viaggiamo in taxi verso Villefranche, un paese sul mare vicino Nizza, lì la baia è splendida, l'acqua cristallina. Villefranche è divisa da Nizza da una scogliera a picco sul mare ed è chiamata così perchè un tempo era un porto franco. Qui, come a Nizza, pochi stabilimenti balneari, molte spiagge libere con docce e bagni, ideale per attrarre turismo. Ci accompagna lì un tassista che appena capisce che siamo italiane ci fa ascoltare un cd di Eros Ramazzotti e noi che cantiamo a squarciagola per tutto il tragitto conquistiamo subito al sua simpatia!

Una giornata bella a Villefranche, rilassante, mangiamo al ristorante sulla spiaggia e poi pronte per ritornare a Nizza.
Quì scopriamo l'esistenza di un ristorante italiano, Portovenere. E' mia abitudine di viaggio scovarmi un ristorante italiano e passarci lì tutte le sere. Portovenere è di Thomas, un ragazzo calabrese che vive lì da dieci anni, nel suo locale fanno un tiramisù che è una squisitezza! Ci rendiamo conto che per quanto la promenade sia bella e affascinante nei colori, lì tra l'altro sorge il famoso hotel Negresco, in realtà è frequentata da molti extracomunitari e per questo considerata pericolosa. Ma Nizza è bella anche per Place de Messena e la città vecchia, dove si esibiscono artisti di strada, si mangia la socca (farina di ceci, tipico piatto nizzardo) e ci sono tanti localini sia per bere che per mangiare. E' molto affascinante Nizza vecchia di notte, il suo colore ocre ti avvolge ed è facile trovare tante sorprese per strade come un gruppo di tangheri che si esibisce nella villa comunale.

I viaggi in bus hanno caratterizzato la nostra vacanza, viaggi passati a dormire, a leggere, a guardare dal vetro le bellezze della cote. Con il bus andiamo a Cannes, dove si festeggia il celebre festival. Di Cannes colpisce il porto pieno zeppo di barche di lusso, l'edificio del Festival che in realtà per alcuni stona un po' in quella meraviglia naturale, e la Croissette ombreggiata da altissime palme. Si racconta che quì a Cannes un russo abbia speso un milione di euro per champagne e lasciato 50 centesimi di mancia al cameriere.Cannes ha un po' di tutto delle altre città della Costa, è tutto e niente ed è ottimo punto di sosta per le escursioni nell'entroterra.

Certo Cannes non è centro balneare frenetico come Saint Tropez.
Una piccola Capri quest'ultima, forse più bella di Capri perchè più rustica e selvaggia. Colpisce questo piccolo paese di Pescatori, diventato famosissimo in tutto il mondo, punto di incontro dei ricconi, dove Brigitte Bardot andava al market a piedi nudi a fare la spesa. Sedersi ad un bar non è poi tanto costoso come dicono. S. Tropez nonostante sia caratterizzata da bellissimi yacht e frequentata da vip mantiene il suo stile originario, case variopinte molto semplici ed è piccola, facile da esplorare a piedi.

Poi c'è San Paul di Vence ovvero il paese in collina delle gallerie d'arte, veramente una dopo l'altra per le viuzze del posto. Città molto caratteristica dove il tempo si è fermato, echi medievali, aria che profuma d'arte, poche anime del posto e tanti visitatori, quì negli anni '20 si incontrano Modigliani e Signac.

E perchè non passare una mattinata nelle acque di Eze, la solitaria Eze. Un'insenatura silenziosa, nascosta, dove stendersi sul bagnasciuga tra l'asciutto diventa una necessità per trovare la pace dei sensi. Noi ad Eze abbiamo vissuto il suo mare ma in realtà la sua bellezza sta in questo paesino abbarbicato su una montagna a picco sul mare che pare un presepio, le case incollate alla roccia...stupendo!

E poi le serate nell'ordinata Montecarlo le cui luci non si spengono mai!I l Casinò , il Gimmiz frequentato da escort russe che pavoneggiano con le loro borse chanel e gli abiti costosissimi. Qui c' è la movida, quella dell'alta società. Gli istituti bancari sembrano degli hotel lussuosi, il casinò bellissimo all'esterno, un po' deludente all'interno, poche le sale visitabili. Fiumi di Ferrari e macchinioni guidate da giovani figli di papà. Montecarlo, la città finta dove però devi starci almeno una volta perchè ti sembra di vivere in un film.

E poi St Jaen Cap de Ferrat dove sorge la villa di Bill Gates, posto rinomato, dove il mare è molto bello e ci sono ville lussuosissime nascoste da alte cortine di siepi. E Juan Li Pins, vivace località balneare, ideale per una serata giovanile (come Antibes), famosa anche per il suo festival del jazz.

La Riviera francese ha tanto altro da vedere, dieci giorni sono pochi. Un ambiente molto elitario, lusso sfrenato, colline ricoperte dal verde dei pini e mare azzurro, mecca della dolce vita internazionale.

lunedì 11 aprile 2011

X X X


Atterrare all'aeroporto di Shiphol, bere subito una birra su un pavimento dove si pestano gusci di noccioline americane. Ed uscire fuori all'aria aperta e beccare il sole lì dove fino a poco tempo c'era un manto innevato. Prendere il treno per la stazione, uscire dalla stazione e immergersi in un bagno di folla. Di gente che in massa aspetta che si accenda l'omino verde per attraversare, motorini guidati senza casco, ciclisti che sfrecciano, bambini portati nei cestini di quelle bici.

E dalla stazione si va sempre dritto fino a piazza Dam, il cuore della città, dove il mondo si riunisce tutti i santi giorni, sdraiandosi ai piedi dell'obelisco, bevendo una birra, fumando una canna, ascoltando il complessino jazz di turno.

La gente è in ogni prospettiva del mio sguardo. Una grande piazza piena di persone in ogni suo punto. Andiamo all'albergo che si trova a Warmoestraat, una stradina che imbocchiamo da Dam. Un giovane polacco col suo risciò ci segue, vorrebbe che lo chiamassimo. Camminiamo trascinando le nostre valigie per questa stradina stretta ma piena zeppa di gente di ogni razza ed estrazione sociale. A destra e sinistra locali che a Napoli sarebbe difficile incontrare: coffeeshop, condomeria, gay cinema, brown caffè e poi il nostro alberghetto.

Ci rendiamo conto che abbiamo scelto l'albergo in una zona molto strategica e popolosa. Anche la Red light è a due passi: una strada buia, illuminata dai neon rossi delle vetrine e queste donne in bikini che ammiccano con chiunque passi. Donne bellissime, da rivista, non comuni che però potrebbero essere momentaneamente di chiunque per cinquanta euro. Non provate a scattare foto a queste giovani ragazze per la maggior parte dell'est, i loro papponi potrebbero inalberarsi con voi. Caratteristico è un corridoio di strada piena di graffiti variopinti dove si trovano queste donne, un vicoletto così angusto dove bisogna passare uno per volta.

E poi i canali, tanti canali ed un solo fiume Amstel. E poi ancora il mercato galleggiante dei Tulipani, il museo di Van Gogh, la casa di Anna Frunk. In quest'ultima, sì che ti vengono i brividi ad attraversare quelle stanze strette e senza luce, dove di giorno non potevi far rumore e dovevi parlare a bassa voce. Ma poi usciamo e di nuovo a camminare per le stradine, attraversando i ponti dei canali, vedendo i ragazzi che si divertono facendo un giro in barca. E poi i caffeeshop dove è vietato come in qualsiasi posto chiuso fumare tabacco ma è lecito fumare canne, mangiare il maffin allucinogeno, ma è anche vietato bere alcolici. E così accompagni la tua fumata di erba con sorsi di latte o succo di frutta, magari nel Caffe Dumkring e sentirsi un po' come Brad Pitt in Ocean 12.

Oppure andare a ballare all' Escape, discoteca di grido che si trova a Rembradtplein, piazza stupenda piena zeppa di locali, ristorantini e disco. Perchè non allungarsi a sud della città, nel quartiere De Pijp, dove si beve un bollentissimo thè alla mente, il più buono d'Europa. De Pijip è un piccolo centro nella periferia della città. Si mangia benissimo e per tutte le forchette internazionali, ma poi anche qui si incontrano giovani a far baldoria fino a tardi.

Ma c'è il sole e noi desideriamo vedere i colori, vederli meglio senza il frastuono della città. Prendiamo il treno e ci dirigiamo a Enkhuizen, ad un'ora dalla città. Paese antico di pescatori, non vola un insetto, arrivi praticamente sul porto e subito si scorgono tantissimi alberi di barche. Vedi il mare. Asolti la tranquillità di casette unifamiliari, strade silenziose. Sembra quasi un plastico gigantesco. Tutto è ordinato e passeggi tra le case e guardi dalle vetrate e vedi i mobili. E ti rendi conto che non esistono serrature pesanti, che tutti vivono in tranquillità. E poi i baretti ed i pub dove si mangiano le arringhe crude. E poi le dighe, il ponte lunghissimo di legno. Ma poi abbandoni tutto questo, è tardi.

Ritorniamo nella caotica città. Arrivi e guardi le case strettissime, pendenti, scure, con tante piccole finestre. E poi di nuovo la follia della notte con i suoi neon fluorescenti e coloratissimi. Mai ho desiderato null'altro che esserci, esserci ad Amsterdam.